All’Inferno le anime non conoscevano
nemmeno il fondo del baratro.
Lo immaginavano senza sognarlo,
perché lì non c’era riposo.
Lo immaginavano senza poter fuggire,
perché lì non c’era nemmeno la speranza.
Lo avevano scritto, lasciate ogni speranza
voi ch’intrate,
ma quel tizio laggiù non si rassegnava.
Passano
le voci, le ragioni,
le storie, i cieli,
ogni forma di coraggio,
ogni viaggio
fatto per andare,
senza la disciplina del
ritorno,
ogni dolore
mai troppo consumato,
passa tutto
per non passare niente,
passa il fiume
e non passiamo noi,
fermi, spossati e bagnati.
E così per sempre.
La Storia inorridisce.
Santofuoco brucia,
passo e contrappasso,
vita mea, mors tua.
Questo mare
non sarà che il solito demone
ambiguo
e ancora una volta
avrà fatto pace
con se stesso,
distratto e poco
innamorato
di chi vorrà raccontarlo.
Batterà le rive
e vivrà col suo peccato
incompiuto
con buona pace di tutti.
Viandante
che sai tacere
e che non vuoi più andare,
dacci del silenzio.